Apparecchi acustici di ultima generazione possono evitare alle persone ipoacusiche fonti di stress inutili

La correlazione fra orecchie e cervello è molto più profonda di quanto si possa pensare e mantenere questa relazione solida e perfettamente funzionante è indispensabile per il benessere non solo per la salute fisica, ma anche per quella mentale: se da un lato i processi cognitivi incidono sul modo in cui si sente, dall’altro gli stimoli sonori attivano l’intera corteccia celebrale.

Le aree celebrali che non ricevono più stimoli acustici si riorganizzano. Questi cambiamenti di tipo compensativo causano una perdita della quantità di neuroni adibiti all’udito e un aumento del carico di lavoro sul cervello. Lo sforzo continuo nel sentire e comprendere richiede al cervello di allocare più risorse all’ascolto e alla comprensione. Questo, oltre a causare stress e affaticamento, va a scapito di altre funzioni celebrali quali la memoria e la cognizione.

L’intreccio fra udito e cervello, dunque, si manifesta anche in caso di deficit: un calo dell’udito può ridurre il volume della corteccia celebrale e determinare dei cambiamenti a livello strutturale e funzionale nel cervello. Recenti studi di brain imaging hanno dimostrato che gli anziani ipoacusici hanno una perdita di materia grigia nella porzione di cervello deputata a ricevere ed elaborare i suoni provenienti dalle orecchie.

Bisogna, poi, considerare altri fattori come lo stress generato dall’ipoacusia, sia nello svolgimento della vita quotidiana sia nella comunicazione con gli altri, innalzando la concentrazione di cortisolo nel sangue. Un’alta e cronica concentrazione di questo ormone a livello del sangue è tossica per le cellule celebrali e può causare la perdita della memoria a breve termine. Per questo i livelli di cortisolo elevati vanno considerati responsabili primari per l’insorgenza di malattie degenerative quali il deterioramento cognitivo, la demenza senile e l’Alzheimer.

Oggi, dal punto di vista audiologico, possiamo evitare alle persone ipoacusiche fonti di stress inutili, applicando con successo apparecchi acustici di ultima generazione che hanno, tra i numerosi vantaggi, anche quello di assicurare al cervello una stimolazione acustica costante, appropriata volta anche a preservare la corretta funzionalità uditiva.

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Lo sforzo continuo nel sentire e comprendere richiede al cervello di allocare più risorse all’ascolto e alla comprensione. Questo va a scapito di altre funzioni celebrali quali la memoria e la cognizione